“La versione del professore” è un romanzo, pubblicato da qualche settimana da Edizioni del Capricorno e inserito nella collana Piemonte in noir, ma non pensate ad ambientazioni cupe, i libri di Michele Paolino (questo è il suo terzo lavoro) appartengono genuinamente al genere poliziesco.
Come nei migliori romanzi gialli ne “La versione del professore” ci sono due filoni di inchieste, che apparentemente non hanno nulla in comune: da una parte c’è un dotto collezionista di libri, il professor Ferrony che scompare all’improvviso. Dall’altra un “tuttologo per caso” divenuto popolare sui media per le sue posizioni in aperto contrasto ai vaccini, ai green pass e via discorrendo, che muore avvelenato in diretta tv.
Le indagini vengono svolte rispettivamente dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e dalla Questura di Torino e procedono parallele. Le vicende si complicano con un susseguirsi di colpi di scena fino a che un giornalista di lungo corso riesce a far collaborare l’ispettore di Polizia e la luogotenente dei Carabinieri che proveranno, scambiandosi le informazioni, a risolvere i due casi.
In questo romanzo, come piace a Paolino, che ne ha fatto la sua cifra stilistica, trovate Torino ed i suoi quartieri, ma anche le Langhe con i suoi piatti tipici. Trovate anche tanti personaggi ben tratteggiati dalla penna di uno scrittore che in pochi anni è cresciuto tantissimo: la badante, la portinaia, il giornalista, il poliziotto, e sopra tutti il professor Ferrony che è quello che forse mi è piaciuto di più.
È così ben descritto e costruito che anch’io, che mi sono sempre rimproverata di avere poca immaginazione, ho “visto” l’appartamento di un accumulatore compulsivo di libri, in cui l’odore di muffa regna sovrano.
I protagonisti e la trama davvero avvincente concorrono all’ottima riuscita di questo romanzo giallo che vi invito, se non l’avete già fatto, a scoprire.