Se avete letto l’ultimo rapporto del Censis vi sarete già rovinati le feste, se non lo avete fatto lasciate perdere. Vi basti il titolo: Intrappolati nella sindrome italiana. Sono trentuno pagine durissime. “La sindrome italiana è la continuità nella medietà in cui restiamo intrappolati: non registriamo picchi nei cicli positivi, non sprofondiamo nelle fasi critiche e recessive.” Detto in altre parole: siamo un Paese intriso di mediocrità e ad essa condannata negli anni a venire.
C’è un paragrafo a pagina 10, che ha un altro titolo da brividi, La fabbrica degli ignoranti, e spiega: “Benché in Italia gli analfabeti propriamente detti siano ormai una esigua minoranza (solo 260.000), mentre i laureati sono aumentati fino a 8,4 milioni, ovvero il 18,4% della popolazione con almeno 25 anni (erano il 13,3% nel 2011), la mancanza di conoscenze di base rende i cittadini più disorientati e vulnerabili. (…) L’ignoranza è una minaccia anche per la democrazia, se per i cittadini diventa difficile decodificare le proposte politiche, riconoscendo
quelle fondate su presupposti falsi o con fini manipolatori.”
Ogni riferimento alle truppe NoVax, ai terrapiattisti, ai complottisti da bacheca, a quelli che credono alle scie chimiche e ad altre amenità, che pur avendo passato anni e anni sui libri sono paladini della pseudoscienza, non è assolutamente casuale. Noi ci stiamo trasformando, come società, in questa roba qui.
Quindi? Che si fa? Sono solo il presidente di una piccola ma tosta associazione culturale torinese, per cui una risposta proprio non ce l’ho. Però un consiglio, per quello che può valere, posso darlo: leggete. Libri, giornali, riviste, fumetti, saggi. Qualcosa adatto al vostro palato letterario esiste, fate lo sforzo di andare a cercarlo in libreria, in rete, in biblioteca, a casa di un amico, sulle bancarelle. Rubatelo alla Coop (si scherza). Basta che sia. Non accontentatevi di quello che vi passa l’algoritmo su Instagram e TikTok. Anzi costringetelo a darvi buoni consigli (l’algoritmo è stupido), oppure depistatelo (noi non siamo naturalmente stupidi).
Con l’avvento di internet avevamo in mano la chiave della conoscenza. L’abbiamo trasformata nel più classico dei cetrioli. Toglietevi la soddisfazione prima di precipitare nel baratro di tuffarvi tra le pagine di un libro. Dicono che a volte salvi la vita. Non so se è vero, ma fossi in voi ci proverei. Con me ha funzionato. Mi pare.
Buon Natale.
Sante Altizio, presidente dell’APS BookPostino