Qualche giorno fa, per Futurabile, il blog dei Giovani Imprenditori di Torino, ho incontrato e intervistato Paolo Verri, uno dei più illuminati e visionari Manager Culturali di questo Paese. Ha diretto il Salone Internazionale del libro di Torino, ha partecipato al “miracolo olimpico” del 2006, offrendo a Torino la possibilità di far conoscere a una platea mondiale un volto che superasse quello grigio (e compromesso) della One Company Town, infine ha costruito la candidatura vincente di Matera Capitale europea della Cultura del 2019.
A lui ho chiesto se è vero come si ama dire che con la cultura non si mangia. Lui mi ha risposto così: “Con la cultura non solo si mangia, ma è solo attraverso la cultura che è possibile pensare e costruire il futuro di una società“.
Senza cultura non saremmo nulla. Non ci riconosceremmo nel passato e non sapremmo pensarci nel futuro. Forse è per questo che riflettere su quando sta accadendo alla scuola italiana in tempo di Covid (come per esempio ha fatto Alessandro Baricco su ilPost in questi giorni) è utile.
Oggi i teatri avrebbero dovuto riaprire. Lo aveva promesso qualche settimana fa il ministro Franceschini, ma non è stato possibile, le regioni sono tutte colorate di rosso e di arancione. Ieri a Propaganda Live, l’attore Antonio Rezza, ha espresso con durezza tutto il disagio di chi non calca più le scene da un anno, e si sente meno importante di un ristorante, di un bar, di un centro commerciale. Non ultimo, il Salone del Libro che non si è celebrato nel maggio del 2020, non si celebrerà nemmeno nel maggio del 2021 e a dita incrociate si spera di vederlo in ottobre.
Se ha ragione Verri, e ce l’ha, se vogliamo dare un futuro a questa stagione buia, che è buia a causa della pandemia e delle sue spesso tragiche conseguenze, dobbiamo alimentare la cultura, il pensiero, la possibilità di immaginarci nel futuro e iniziare a costruirlo oggi.
Più tardi lo faremo, più tardi ci rialzeremo in piedi come comunità.
Noi come Associazione Culturale possiamo fare poco, ma quel poco siamo determinati a farlo: invitarvi a leggere. A scoprire letture, autori, storie. A evadere in un libro, ma anche a trovarvi motivazioni, idee, speranze, consolazioni, sorrisi, lacrime.
Una delle parole d’ordine del Sessantotto era “La fantasia al potere!”. Forse è ora di ricordarcene.