NO. NON È ANDATA BENE

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“È trascorso già un anno da quando la pandemia ha stravolto la nostra quotidianità. Avevo bisogno di un saggio che mi aiutasse a dare ragione di questi 12 mesi assurdi e che mi preparasse in qualche modo all’anno che verrà. Ne ha sentito parlare su Radio24, l’ho comprato. Ho atteso qualche giorno prima di leggerlo, e quando mi sono deciso, era venerdì scorso. L’ho ultimato domenica sera. Si intitola “La notte delle ninfee” e lo ha scritto per La nave di Teseo, il sociologo e docente di analisi dei dati Luca Ricolfi. Torinese, classe 1950, marito della scrittrice Paola Mastrocola.

Sono 182 pagine che pesano come un macigno. Il sottotitolo detta già la linea: “come si malgoverna un’epidemia“. Al di là della posizione più che netta di Ricolfi, che non risparmia nulla all’azione (o all’inazione) del Governo Conte, ciò che colpisce è la chiarezza con la quale fatti e date, numeri e grafici, vengono messi sul tavolo e proposti al lettore.

Il confronto sinottico con i paesi del nord Europa e dell’oriente asiatico, fatto dallo studioso, è impietoso. Il Ricolfi socilogo e il Ricolfi analista si passano la palla e provano a dare spiegazione di un andamento della gestione pandemica che è stato diverso da paese a paese, a volte tra aree dello stesso paese.

“La notte delle ninfee” di Luca Ricolfi

Una denuncia campeggia su tutte: fallito il tentativo italiano di combattere la prima ondata di Covid, com’è stato possibile soccombere una seconda volta? Perchè si sono persi sei mesi pensando che fosse tutto finito, mentre i numeri dicevano altro? Perchè sosteniamo che “è andata così ovunque” quando è palesemente falso? Perché difendiamo un modello che ha prodotto un’ecatombe seconda solo al Belgio? Cosa ci impedisce di capire e di chiedere conto a chi di dovere?

Domande legittime, che mi hanno messo in crisi. Un anno fa non volevo rassegnarmi all’evidenza e questa estate ho creduto anch’io che fosse quasi finita. Ho creduto (ho voluto credere?) che il virus fosse meno meno contagioso, diffuso, pericoloso. Invece sono ancora qui, a scrivere di un incubo che forse finirà nel corso del 2021. Forse.

C’è una considerazione amara e tragica che Ricolfi ribadisce e che, secondo me, è il cuore del suo saggio: sbagliare strategia in modo cocciuto e ottuso non è solo politicamente rilevante, ma è umanamente inaccettabile. Quanti morti in meno avremmo avuto se il Governo avesse agito seguendo il buonsenso, avesse saputo leggere i numeri che aveva a disposizione, avesse seguito i suggerimenti arrivati dal mondo scientifico e avesse evitato di raccontare la balla che per salvare la salute pubblica l’unica strada percorribile fosse il lockdown? La risposta c’è, è nei grafici di Ricolfi ed è una di quelle risposti che non vorresti mai leggere: qualche decina di migliaia di morti in meno..

In attesa che un nuovo saggio mi dia altri spunti di riflessione, che confermi o confuti le analisi di Ricolfi, vi consiglio di leggerlo. È una mazzata sui denti, ma almeno avrete qualche risposta fondata ai quesiti che nel corso del 2020 vi siete posti, invano, un giorno sì e l’altro pure. Diciamolo: noi lo speravamo, ma non è andato tutto bene. Per nulla.”

Sante Altizio